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Roma , 10 Settembre 2010

VOCI.....VOCI....VOCI.....non finiscono mai


VOCI………….VOCI………VOCI………non finiscono mai!

 

Si sentono un sacco di voci….alcune fanno dei giri incredibili e ritornano come boomerang, cariche di distorsioni, gonfie di supposizioni e pregiudizi, altre sono come un brusio di sottofondo, alcune prendono degli accenti e spuntano fuori cavalcando l’eco di coloro che pur non sapendo parlano.

C’è un gran parlare, parlare, parlare, un pò come si vede ormai da molto tempo in certe trasmissioni televisive di basso livello culturale, dove un branco di pecoroni parla, urla, critica, tutto amplificato al suono di tastiere e computer, di face book, di mail, di blog, di youtube, ma anche di pubblicità finte, di bugie e di tanta malignità gratuita, o forse cattiveria usata come passatempo, così tanto per gettare sassi in un lago tranquillo e vedere cosa succede……allora ogni tanto mi viene voglia di dire la mia, anche se non c’è mai tempo, quel tempo giusto per sedersi calmi, raccogliere le idee e scrivere; provo a farlo ora, anche se non c’è uno spazio giusto, lo prendo a forza, spinto dalle troppe “voci”, ridondanti, stonate, odiose, false, fatte da chi usa la lingua piuttosto che la mente ed il corpo per lavorare ed allenarsi.

Non so quante volte ho sentito parlare male della scuola di Paolo Cangelosi, su vari argomenti e non voglio certo ora prendere le sue difese, anche perché personalmente ho preso le distanze dalla sua organizzazione da molto tempo e poi è sicuramente in grado di farlo da solo e con quelli che sono rimasti con lui. Un fastidio forte però me lo provoca il fatto che c’è chi pensa che in quella scuola per il fatto che si studino diversi stili e quindi molte forme, chi vi pratica non sia in grado di applicare ciò che ha studiato, di non saper combattere e ancora di non conoscere assolutamente nulla sul kung fu perché è chi insegna che non sa nulla e si è inventato tutto.

Anche la mia scuola ha un programma vasto, la mia formazione nelle arti marziali inizia a 14 anni con il Judo, poi Karate, Fullcontact, Ju Jitsu, finchè non ho conosciuto la scuola di Paolo Cangelosi nell’86, ne ho fatto parte per 20 anni, divenendo direttore tecnico dal ’95 e fino al momento in cui ho deciso di fare da solo, per poi prendere contatti con altri Maestri e continuare a lavorare, a ricercare, a studiare, a insegnare quello che so semplicemente perché mi piace così e per condividerlo con gli altri.

Circa invenzioni di stile, appropriazioni indebite di programmi, teorie e quant’altro si possa immaginare dico questo: andate in Cina, in Giappone, nelle Filippine, in Thailandia, in Tibet, in India, in Australia, in America…insomma dove vi pare, aprite gli occhi e rendetevi conto di quanti colori è fatto il mondo, prendete quei colori che più vi piacciono e fateci quello che vi pare, se ve ne piace uno solo usatelo, abbiate almeno la decenza di studiare, di capire, di essere umili e pronti a mettervi in discussione sempre, ad ammettere di aver sbagliato se così è stato, ad avere il coraggio di essere umani.

La ridondanza del programma di una scuola di arti marziali, può essere criticabile solo per il fatto che è difficile che una persona, immersa nelle problematiche della vita di tutti i giorni, riesca a trovare uno spazio considerevole nell’arco della propria giornata per studiare più metodi.

Quella scuola quindi si rivolge ad una utenza di “nicchia”, che in qualche modo può dedicare un tempo abbastanza ampio allo studio e all’allenamento di quelle cose. E’ ovvio che se uno si concentra su un solo sistema, ha meno schemi da elaborare, impiega un tempo minore per arrivare ad un livello di efficienza discreto e ad avere elementi pratici da utilizzare in un confronto, ma è anche vero che avrà solo quelli e alla lunga questo può essere un handicap.

Ora non voglio dire che è necessario che si studino tanti stili per saper combattere, ma un bravo insegnante attingendo al proprio sapere deve saper dare ai propri allievi lo studio della scherma dei colpi per il combattimento a lunga e media distanza; saper chiudere la misura, difendere la propria linea centrale, per il combattimento a media e corta distanza; gestire il clinch, leve articolari, strangolamenti, immobilizzazioni, proiezioni a terra, per combattere da chiusura della misura e fino a lotta a terra; se poi si è capaci di dare un riferimento storico e filosofico è meglio, perché si dà all’insegnamento un connotato ed un riferimento culturale che fa la differenza tra Arte Marziale e calci, pugni, botte, mena, buttalo giù, daje, ed altro che non mi va ora di scrivere.

Se infine si hanno le competenze per seguire gli allievi circa metodologie di allenamento, alimentazione, traumatologia e MTC è il massimo, perché chi frequenta quella scuola è anche al sicuro da qualsiasi problema accada durante le lezioni.

Per ciò che concerne le Forme che si studiano in una qualsiasi scuola tradizionale di qualsiasi stile, proveniente da qualsiasi parte del pianeta, dico che per me esse sono il ponte di collegamento tra la tradizione ed il presente, sono un assetto culturale-mnemonico che lega principi di combattimento, filosofia, storia e tecnica e quindi sono importantissime. Ma non mi trovo in contrasto con chi preferisce eliminare lo studio delle Forme e concentrarsi solo sulle combinazioni, sugli schemi e sul lavoro di coppia (che comunque deve avere per forza un minimo di assetto mnemonico…”micro forme”), semplicemente rispetto la sua visione che è valida, così come la mia…solo che la mia a me piace di più e quindi pratico e insegno così.

Potrei fare degli esempi concreti di persone che avevano ed hanno un sapere ampio, ma preferisco uscire dal solito sentiero delle arti marziali (chi è curioso può fare una ricerca per proprio conto) e citare non nomi ma professioni che necessitano di un area di conoscenza vastissima per poter essere esercitate, ad esempio il direttore d’orchestra il quale deve per forza conoscere l’uso di più strumenti musicali (poi in alcuni di essi potrà eccellere) per poter dirigere; un medico che specializza più indirizzi; un fisico che necessariamente è prima di tutto un matematico e poi avrà i suoi interessi sui vari rami della fisica; un pilota di aerei deve avere una aggiornamento costante e per ogni velivolo ci vuole una sorta “patentino” relativo (parlo di velivoli militari e civili, sia a motore che jet); ci sono tante altre professioni che necessitano di una conoscenza vasta, ma penso che mi avete capito. 

Per chi presta attenzione a voci tipo … “dopo dieci anni in una certa scuola mi sono accorto di non saper fare nulla”, dovrebbe poi porre una domanda sola tra tutte quelle che in questo momento mi vengono in mente….ma ti sei allenato o sei andato in palestra a riempire un spazio? Poi però viene con sé che si chiede anche…. eri cosciente o adesso  stai dando la colpa a qualcun altro per il fatto che hai perso 10 anni solo perché ti sei parcheggiato in un ambiente che poi non ti andava più di frequentare e quindi per giustificare la perdita devi incolpare altri? Avevi una necessità psichica di appartenenza ad un gruppo dietro il quale nasconderti per fuggire dalla società che ti circonda e che non sai affrontare? Sei stato poi allontanato perché scoperto o forse non sei entrato nelle grazie di chi insegna e quindi deluso ora vai in giro a parlare male di quello che hai fatto perdendo 10 anni di vita?.....Io uno che dice dopo dieci anni……. non lo prendo in scuola, perché so che alla fine parlerà male di tutti.

Personalmente credo che in una qualsiasi struttura dove convergono persone, dove si insegna qualsiasi cosa ci siano sempre elementi validi e bravi, elementi meno bravi ma pur sempre validi perché onesti e sinceri, elementi bravi ma superbi, altri invidiosi, altri che devono legarsi a qualcosa per riempire un vuoto esistenziale che li divora, altri che semplicemente amano creare scompiglio, quelli che non si prendono mai la responsabilità delle proprie azioni e danno la colpa sempre a qualcun altro. Sarà sempre così finchè l’umanità sarà prevalentemente mediocre, allora credo che chi insegna debba anche saper riconoscere la consistenza di certi elementi ed allontanarli.

Quanto al mio atteggiamento liberale in scuola (anch’esso criticato) per il fatto che ospito diverse discipline oltre a continuare il mio lavoro di Kung Fu, dico semplicemente che intanto non sono geloso e che chiunque può trovare spazio nella mia struttura a patto che ci sia rispetto, onestà e chiarezza; non mi curo di quelli che storcono il naso e non ho problemi se i miei stessi allievi praticano anche con altri maestri, per allargare la propria visuale, scoprire, capire, sperimentare e soprattutto allenarsi……. come di fatto avviene.

 

Buon lavoro a chi studia e si allena

 

 

                                                                                                     SIFU Maurizio Di Bonifacio    

 


 

 
 

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